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La Storia

La storia della pesca è legata all’evoluzione , alle usanze

e alla cultura dell’uomo. Infatti circa 4 miliardi di anni fa le prime forme di vita si svilupparono proprio in acqua e forse il legame che unisce l’uomo al mare ha queste antichissime radici. L’uomo del Paleolitico, con la sua grande voglia di conoscenza e scoperta ha iniziato a pescare. I primi ami erano di legno, ma nell’età del rame e del bronzo furono costruiti in ferro. Inoltre la pesca in mare, presupponeva la conoscenza delle correnti, dei venti, dei fondali, delle abitudini migratorie dei pesci e la necessità di costruire barche sempre più sicure e affidabili. Il pesce è stato sempre presente nella dieta umana insieme ai cereali, ai semi, alla frutta e alla verdura, e ha rappresentato una delle fonti principali di approvvigionamento delle comunità che abitavano le zone costiere e lungo i fiumi. Le repubbliche marinare inserirono l’Aringa, un pesce particolare e gli dedicarono numerose ricette, come il baccalà alla livornese, quello ligure e quello veneziano che ancora oggi fanno parte della nostra tradizione. Nelle regioni dell’Italia del sud si pescava soprattutto il pesce azzurro: alici, sarde e sgombri. Nel medioevo il pesce assunse estrema importanza in quanto la chiesa imponeva alle popolazioni il rispetto dei giorni di magro  , in cui vi era l’obbligo di astinenza dalla carne, per questo motivo il pesce divenne un alimento essenziale visto

che i giorni di magro variavano da 100 a 150 giorni. Nel tardo medioevo vediamo completamente affermati i tipi di pesca odierni: le reti diritte e anche a maglie strette, per poter catturare pesci di piccola taglia come le acciughe, veniva utilizzata anche la sciabica, una rete a strascico costituita da lunghe ali e da un sacco, impiegata per la pesca in prossimità della costa.

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