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STORIA CANTIERISTICA NAVALE TORRESE

Negli ultimi decenni del 1800 la città di Torre del Greco aveva una florida attività produttiva, assecondata certamente dalla fertilità del suolo e dalla mitezza del clima – che avevano costituito delle condizioni ottimali per lo sviluppo dell’industria vinicola – e dalla vocazione vulcanica del sito – che aveva favorito la nascita di una manodopera addetta alla lavorazione della pietra lavica e di suo reimpiego nell’edilizia. Ma certamente il settore più vasto dell’economia torrese era caratterizzato, in quegli anni, dalle diverse attività inerenti al mare: in primo luogo il settore manifatturiero – legato alle costruzioni navali, con tutte le attività ad esso connesse – e in secondo luogo il ramo mercantile – a cui era legata l’attività peschiera e, ancora di più, tutta l’industria del corallo. Da quanto detto si desume il motivo dell’importanza della cantieristica nell’economia di questa cittadina, risorsa fondamentale per lo sviluppo di tutte le attività connesse al mare. Presente sul territorio già nel 1700, questo tipo di attività, ancora a conduzione familiare, si basava essenzialmente sulla costruzione di piccoli natanti, che costituivano una flotta di circa seicento barche. Ma fu nel 1870, con la scoperta in Sicilia, nella zona di Sciacca, di nuovi banchi corallini, che la marineria torrese conobbe il suo maggiore sviluppo: furono costruite in quegli anni nuove imbarcazioni e nel 1879 furono raggiunte le 532 unità. La sola flotta corallina, tra il 1878 ed il 1880, subì un sensibile incremento, passando dalle 323 alle 402 unità, tutte costruite a Torre del Greco, dagli stessi proprietari e dalle loro famiglie. Le imbarcazioni venivano costruite lungo il tratto di costa che va dal ponte di Gavino all’attuale Capitaneria di Porto1 sfruttando tutti gli spazi idonei, compresi i vicoletti a monte di Corso Garibaldi che confinano con la Ferrovia dello Stato. Il varo avveniva attraverso appositi scivoli, ubicati in quel tratto di costa familiarmente detto “giù alla scarpetta”.È interessante, per comprendere la portata dell’attività cantieristica torrese di quegli anni, la valutazione dei dati emersi dalle indagini dell’epoca: come risulta dalla statistica dell’Ufficio di Porto di Torre, ogni anno venivano impiegati circa 3600 marinai che, a seconda delle diverse attitudini, si dividevano in quattro diverse categorie: i Comandatori, i Poppieri, i Marinari propriamente detti e i Mozzi. Tuttavia nella campagna del 1880 furono impiegati ben 4147 marinari: questo dato dà chiaramente il senso della portata che tale attività andava assumendo alla fine dell’Ottocento.

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